giovedì 28 marzo 2013

Aforismi Giovanni Boccaccio

Giovanni Boccaccio

Giovanni Boccaccio è stato uno scrittore e poeta italiano. Boccaccio è stato uno fra i maggiori narratori italiani e europei del XIV secolo: con il suo Decameron, che venne subito tradotto in molte lingue, diviene infatti conosciuto ed apprezzato a livello europeo, tanto da influire, per esempio, anche nella letteratura inglese, con Geoffrey Chaucer. Da alcuni studiosi, è considerato il maggiore narratore europeo e ha avuto un ruolo egemone nel panorama letterario del XIV secolo.
Data di nascita: 16 giugno 1313, Certaldo
Data di morte: 21 dicembre 1375, Certaldo
Libri Giovanni Boccaccio

  • Amor può molto più che né voi né io possiamo.
  • Le leggi deono essere comuni e fatte con consentimento di coloro a cui toccano.
  • Donna del cielo, e non m' avere a sdegno, | Perch'io sia di peccati grave e brutto. | Io spero in te, e 'n te sempre ho sperato: | Prega per me, ed esser mi fa' degno | Di veder teco il tuo beato frutto.
  • Qualunque persona, tacendo, i benefìci ricevuti nasconde senza aver di ciò cagione convenevole, secondo il mio giudicio assai manifestamente dimostra sé essere ingrato e mal conoscente di quelli.
  • Amor, s'io posso uscir de' tuoi artigli, | appena creder posso | che alcun altro uncin più mai mi pigli.
  • Fu adunque questo nostro poeta [Dante Alighieri] di mediocre statura, e, poi che alla matura età fu pervenuto, andò alquanto curvetto, e era il suo andare grave e mansueto, d'onestissimi panni sempre vestito in quell'abito che era alla sua maturità convenevole. Il suo volto fu lungo, e il naso aquilino, e gli occhi anzi grossi che piccioli, le mascelle grandi, e dal labbro di sotto era quel di sopra avanzato; e il colore era bruno, e i capelli e la barba spessi, neri e crespi, e sempre nella faccia malinconico e pensoso.
  • Nella montagna esiste ancora una grande apertura, chiaro testimone dell'avvenuto incendio. Alle radici di questa avvenne una battaglia famosa tra Romani e Latini, nella quale Publio Decio, console, per ottenere la vittoria si dedicò agli Dei profondi, e quindi morì. I contadini odierni chiamano frequentemente tutto questo monte la Somma.
  • Il Vesuvio è un monte della Campania, non congiunto ad altro monte, abbondante in ogni parte di vigne e frutteti. Dal lato di Scirocco giace ai suoi piedi Pompei, e, quasi di Scirocco, Sarno, e, più lontana Benevento. Dal lato di Grecale giace Capua e da quello di Maestrale vi è Napoli dei Calcidensi, detta Partenope. Da mezzo questo, vicino la cima, usciva, con grandissima paura dei contadini, tanto fumo da ricoprire tutta la regione.
  • Umana cosa è l'aver compassione agli afflitti; e come che a ciascuna persona stea bene, a coloro è massimamente richiesto li quali già hanno di conforto avuto mestiere, e hannol trovato in alcuni: fra' quali, se alcuno mai n'ebbe bisogno, o gli fu caro, o già ne ricevette piacere, io son uno di quegli.
  • Per ciò che, dalla mia prima giovanezza infino a questo tempo oltre modo essendo stato acceso d'altissimo e nobile amore, forse più assai che alla mia bassa condizione non parrebbe, narrandolo io, si richiedesse, quantunque appo coloro che discreti erano e alla cui notizia pervenne io ne fossi lodato e da molto più reputato, nondimeno mi fu egli di grandissima fatica a sofferire, certo non per crudeltà della donna amata, ma per soperchio fuoco nella mente concetto da poco regolato appetito: il quale, per ciò che a niuno convenevol termine mi lasciava contento stare, più di noia che bisogno non m'era spesse volte sentir mi facea.
    • E erano alcuni, li quali avvisavano che il viver moderatamente e il guardarsi da ogni superfluità avesse molto a così fatto accidente [la peste] resistere: e fatta lor brigata, da ogni lato separati viveano, e in quelle case ricogliendosi e racchiudendosi, dove niuno infermo fosse e da viver meglio, delicatissimi cibi e ottimi vini temperatissimamente usando e ogni lussuria fuggendo, senza lasciarsi parlare a alcuno volere di fuori, di morte o d'infermi, alcuna novella sentire, con suoni e con quegli piaceri che aver poteano si dimoravano.
    • È [...] meglio fare e pentere, che starsi e pentersi.
    • E così stando, essendo Rustico più che mai nel suo disidero acceso per lo vederla così bella, venne la resurrezion della carne.
    • Et abbi questo per certo: che colei sola è casta la quale o non fu mai da alcuno pregata, o se pregò, non fu esaudita.
    • Sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti.
    • Voi dovete sapere che in Siena fu già un giovane assai leggiadro e d'orrevole famiglia, il quale ebbe nome Rinaldo; e amando sommamente una sua vicina e assai bella donna e moglie d'un ricco uomo, e sperando, se modo potesse avere di parlarle senza sospetto, dovere aver da lei ogni cosa che egli disiderasse, non vedendone alcuno ed essendo la donna gravida, pensossi di volere suo compar divenire; e accontatosi col marito di lei, per quel modo che più onesto gli parve gliele disse, e fu fatto.
    • Fu adunque già in Arezzo un ricco uomo, il quale fu Tofano nominato. A costui fu data per moglie una bellissima donna, il cui nome fu monna Ghita, della quale egli, senza saper perché, prestamente divenne geloso. Di che la donna avvedendosi prese sdegno, e più volte avendolo della cagione della sua gelosia addomandato, né egli alcuna avendone saputa assegnare, se non cotali generali e cattive, cadde nell'animo alla donna di farlo morire del male del quale senza cagione aveva paura.
    • E così, a modo del villan matto, dopo danno fe' patto.
    • In Frioli, paese, quantunque freddo, lieto di belle montagne, di più fiumi e di chiare fontane, è una terra chiamata Udine, assai piacevole e di buona aria.
    • Non spero mai di tal noia [fare poesia] guarire, | Si d' ogni parte circondato m' ave: | Ben so però che Dio mi può aiutare.
      • Poco senno ha chi crede la fortuna | O con preghi o con lacrime piegare, | E molto men chi crede lei fermare | Con senno con ingegno o arte alcuna.
      • Oh cosa iniqua e a Dio dispiacevole e gravissima a' discreti uomini, il cui malvagio fuoco il fonte secca della pietà! Del quale acciò che niuno mi possa meritamente riprendere, intendo di dimostrare nell'umile trattato seguente una speziale grazia, non per mio merito, ma per sola benignità di Colei che impetrandola da Colui che vuol quello ch'ella medesima, nuovamente mi fu conceduta. La qual cosa faccendo, non solamente parte del mio dovere pagherò, ma sanza niuno dubbio potrò a molti lettori di quella fare utilità.
      • Suole a' miseri crescere di dolersi vaghezza, quando di sé discernono o sentono compassione in alcuno. Adunque, acciò che in me, volonterosa più che altra a dolermi, di ciò per lunga usanza non menomi la cagione, ma s'avanzi, mi piace, o nobili donne, ne' cuori delle quali amore più che nel mio forse felicemente dimora, narrando i casi miei, di farvi, s'io posso, pietose. Né m'è cura perché il mio parlare agli uomini non pervenga, anzi, in quanto io posso, del tutto il niego loro, però che sì miseramente in me l'acerbità d'alcuno si discuopre, che gli altri simili imaginando, piuttosto schernevole riso che pietose lagrime ne vedrei.
      • Mancate già tanto le forze del valoroso popolo anticamente disceso del troiano Enea, che quasi al niente venute erano per lo maraviglioso valore di Giunone, la quale la morte della pattovita Didone cartaginese non avea voluta inulta dimenticare e all'altre offese porre non debita dimenticanza, faccendo degli antichi peccati de' padri sostenere a' figliuoli aspra gravezza, possedendo la loro città, la cui virtù già l'universe nazioni si sottomise, sentì che quasi nelle streme parti dello ausonico corno ancora un picciolo ramo della ingrata progenie era rimaso, il quale s'ingegnava di rinverdire le già seccate radici del suo pedale.
      • Solone, il cui petto uno umano tempio di divina sapienzia fu reputato, e le cui sacratissime leggi sono ancora alli presenti uomini chiara testimonianza dell'antica giustizia, era, secondo che dicono alcuni, spesse volte usato di dire ogni republica, sì come noi, andare e stare sopra due piedi; de' quali, con matura gravità, affermava essere il destro il non lasciare alcuno difetto commesso impunito, e il sinistro ogni ben fatto remunerare; aggiungendo che, qualunque delle due cose già dette per vizio o per nigligenzia si sottraeva, o meno che bene si servava, senza niuno dubbio quella republica, che 'l faceva, convenire andare sciancata: e se per isciagura si peccasse in amendue, quasi certissimo avea, quella non potere stare in alcun modo.

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