martedì 19 marzo 2013

Aforismi Georges Bernanos (prima parte)

Georges Bernanos (prima parte)

Georges Bernanos è stato uno scrittore francese.
Data di nascita: 20 febbraio 1888
Data di morte: 5 luglio 1948
Libri Georges Bernanos

  • Lo scandalo non sta nel non dire la verità, ma di non dirla tutta intera, introducendo per distrazione una menzogna che la lascia intatta all'esterno, ma che gli corrode, così come un cancro, il cuore e le viscere.
  • L'intellettuale è così spesso un imbecille che dovremmo sempre considerarlo tale fino a prova contraria.
  • Nello spirito della rivolta c'è un odio o disprezzo di principio per l'umanità. Temo che il ribelle non sarà mai capace di nutrire per coloro che ama un amore altrettanto grande dell'odio che nutre per coloro che odia.
  • Chi cerca la verità nell'uomo deve farsi padrone del suo dolore.
  • Diffido della pietà. Esalta in me sentimenti piuttosto vili, un prurito di tutte le piaghe dell'anima.
  • Il peccato ci fa vivere alla superficie di noi stessi.
  • L'ottimista è un imbecille felice, il pessimista un imbecille infelice.
  • L'umanità ha paura di se stessa [...] Sta sacrificando la sua libertà alla paura che ha di sé medesima.
  • La speranza è un rischio da correre. È addirittura il rischio dei rischi.
  • [...] quella brama collettiva di nazionalismo che perverte la nozione di Patria facendone un idolo: lo Stato del Popolo.
    • Una volta usciti dall'infanzia, occorre soffrire molto a lungo per rientrarvi.
    • Il mondo sarà giudicato dai ragazzini. Lo spirito d'infanzia giudicherà il mondo.
    • Muoio ogni notte per resuscitare ogni mattina [...] Ogni notte è quella della Santissima Agonia.
    • Quel poco che ho fatto in questo mondo m'è sempre apparso in principio inutile, inutile sino al ridicolo, inutile sino al disgusto. Il demone del mio cuore si chiama "a che pro?".
    • No, io non sono uno scrittore. La sola vista di un foglio di carta bianca mi disanima.
    • Scrivo nei caffè, col rischio di passare per un ubriacone, e difatti lo sarei forse diventato se le potenti repubbliche non colpissero col dazio, crudelmente, gli alcool consolatori.
    • Quelli che io chiamo a raccolta non sono certo numerosi. Non cambieranno nulla alle faccende del mondo, ma è per loro, è per loro che sono nato.
    • Sono quasi soltanto le classi medie a fornire l'esemplare tipo dell'imbecille.
    • Solidamente radicata al proprio terreno natale come un banco di mitili allo scoglio, la colonia degli imbecilli può essere ritenuta innocua e perfino capace di fornire allo stato e all'industria un prezioso materiale. L'imbecille è innanzitutto abitudinario e vive di partito preso.
    • Quel che voi chiamate semplicità è proprio il suo contrario. Voi siete facili, non semplici.
      • È chiaro che la moltiplicazione dei partiti a tutta prima lusinga la vanità degli imbecilli. Dona loro l'illusione di scegliere.
      • In virtù dei mezzi meccanici vi è consentito di spostare i vostri imbecilli non solo di città in città, da provincia a provincia, ma da nazione a nazione, da continente, perfino, a continente.
      • Il mito del progresso ha reso buoni servigi alle democrazie.
      • Machiavelli scriveva rivolgendosi solo a un certo numero di iniziati. I dottrinari del realismo politico parlano al pubblico.
      • La stampa italiana si dà oggi molto da fare per giustificare agli occhi di questi ultimi la distruzione di massa, per mezzo dei gas, del materiale abissino.
      • I nostri antenati hanno fatto essi pure fortuna, come questo signore coi negri, però non si sentivano obbligati a elaborare perciò una filosofia.
      • Gli uomini del medio evo non erano abbastanza virtuosi per disdegnare il danaro, disprezzavano però gli uomini che lo possedevano.
      • Esiste una borghesia di sinistra e una borghesia di destra. Non c'è invece un popolo di sinistra e un popolo di destra, c'è un popolo solo.
      • La democrazia è un'invenzione di intellettuali.
      • Le elezioni favoriscono i chiacchieroni.

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