venerdì 22 febbraio 2013

Aforismi Andre Agassi

Andre Agassi

Andre Kirk Agassi è un ex tennista statunitense. Ha vinto 60 titoli ATP e 8 tornei dello Slam, guadagnando in carriera più di 31 milioni di dollari in premi e 150 milioni di dollari in sponsorizzazioni. 
Data di nascita: 29 aprile 1970 (età 42), Las Vegas
Grande Slam: 8
Altezza: 1,80 m
Coniuge: Steffi Graf (s. 2001)Brooke Shields (s. 1997–1999)


  • [Sulla medaglia d'oro olimpica] Fu un'esperienza ultraterrena. Quando ero un ragazzino il tennis non era disciplina olimpica, ma fu una delle tante cose che mio padre ha predetto della mia vita, che il tennis sarebbe entrato a far parte delle Olimpiadi e che io avrei vinto la medaglia d'oro. Quindi essere su quel podio fu un mio sogno di ragazzo sotto molto aspetti. Ricordo tuttora lo stare là, sul gradino della medaglia d'oro, una delle poche volte in cui sono stato effettivamente più alto dei miei avversari! La medaglia attorno al mio collo, l'inno nazionale, i miei occhi bagnati di lacrime... un'esperienza ultraterrena, surreale.
  • La cosa migliore del tennis è che non puoi giocare con l'orologio. Non puoi andare in vantaggio e rallentare il gioco. Devi trovare un modo per concludere.
  • Il sesso non interferisce con il tuo livello di gioco; è stare fuori tutta la notte per riuscire ad ottenerlo che rovina il gioco!
  • Apro gli occhi e non so dove sono o chi sono. Non è una novità: ho passato metà della mia vita senza saperlo. Eppure oggi è diverso. È una confusione più terrificante. Più totale.
  • [Su Roger Federer] È un campione che non ha punti deboli è bravo in difesa come in attacco. Ho giocato con tanti altri campioni, di epoche diverse, ma sapevo che c'era sempre una zona di salvezza, un posto dove far breccia, una speranza su cui concentrarsi, una via di fuga. Contro Roger sei sempre in allarme: ogni cosa provi, lui trova la risposta giusta ed è solo questione di quando lui ti costringe a cambiare scelta. Gioca in un modo speciale, unico.
  • Se la gente potesse sentire quello che ci dicono i coach capirebbe che il tennis è molto più che colpire una palla.
  • So che è un cliché, ma io davvero guardo un match alla volta: mica devo batterli tutti, devo batterne sette. Alla mia età non puoi prendere niente per certo, ma devi lavorare duro per essere pronto fisicamente a fronteggiare la potenza di questi ragazzi moderni che possono chiudere tutti i punti. Perciò, la cosa fondamentale è arrivare pronto al via. E io lo sono, di fisico e di tennis.
  • [Su Pete Sampras] Avrei detto che il mio avversario più grande sarebbe stato chiunque, ma non Pete. Giocai contro di lui a Roma nel 1989 e mi dicevo – quel povero ragazzo non riesce a tenere una palla in campo. Non avrebbe dovuto sbarazzarsi del suo rovescio a due mani. Non vedo un buon futuro per lui.
  • Scommetto cento dollari che mio figlio batte il figlio di Pete Sampras. La genetica è a mio favore.
  • Brad [Gilbert]mi ha insegnato come si gioca una partita a tennis. È il miglior allenatore della storia.
  • Con Nick ero uno dei primi a giocare d'anticipo, a esaltare forza e aggressività. Ero solo talento. Poi sono diventato più furbo. Adesso ho imparato lavoro e disciplina, e tecnicamente sono migliorato col dritto e col servizio. Quando sei giovane vedi la vita in modo diverso, poi impari a pensare di più a cosa e perché fai determinate azioni, ti fai delle domande e cerchi delle risposte.
  • [Su Pete Sampras, nel 2002] Credo che il nostro peggior incubo sia svegliarsi il mattino seguente e ritrovarsi nei panni dell'altro.
  • È il pubblico là fuori che ti osanna o ti affonda. La priorità è il loro divertimento.
  • [Sulla medaglia d'oro olimpica] Fu davvero una grande cosa per me, perché il tennis è uno sport così solitario ed essere in grado di giocare per qualcun altro, per qualcos'altro, per qualcosa più grande di te ma comunque in relazione con te, è un grande senso di soddisfazione... E per me giocare per il mio Paese e, ancor più importante, giocare per realizzare ciò che mio padre aveva sperato e che non era riuscito a realizzare nella sua esperienza olimpica... sentivo che stavo giocando per qualcosa più grande di me e l'avere lui lì era parte di questo.
  • [Su Lleyton Hewitt] Ha dimostrato ancora di essere il primo, e non è facile, specialmente per il modo in cui gioca.
  • [Sulla finale persa nel 1995 agli US Open con Pete Sampras] Ho attraversato una grande estate, poi ho perso quella partita. Mi ha spezzato il cuore. Non mi sono mai sentito così solo sul campo o più deluso dal gioco.
  • [Nel 2005] Ho ricevuto tanto, ora tocca ai giovani. Non voglio togliere il posto a chi si impegna e gioca bene tutto l'anno: questa parte della mia vita e della mia carriera è finita. Anche perché non sono capace di fare le cose a metà e se do la mia disponibilità poi gioco tutto l'anno.
  • Brad [Gilbert] ha costruito una carriera sulla vittoria di match che avrebbe dovuto perdere. Io ho fatto l'esatto contrario.
  • La maggior parte dei giocatori ha punti deboli, molti hanno un solo buon colpo. Federer non ha punti deboli e ha alcuni grandissimi colpi. Questo equivale a un problema.
  • La crescente difficoltà dello star lontano da casa e quindi dalla famiglia, la battaglia quotidiana per mantenere l'impegno che ho preso con me stesso nella seconda parte della carriera, l'orgoglio di essere diventato una persona migliore e di aver capito che ce l'ho fatta proprio grazie al mio sport, un grande amico che però richiede impegno e sforzo quotidiano per tener sempre vivo il rapporto. Con i figli, per esempio, che insegnano ad ascoltare più che a parlare e quindi a essere paziente a godersi ogni giorno della vita.
  • La fisicità è l'aspetto maggiore del mio gioco. Per come io colpisco la palla, per come stringo la racchetta... Tutto, nel mio tennis, richiede fisicità.
  • [Su Steffi Graf] Lei ha una maniera di dire le cose molto calma. Dice molto senza dire niente. Hanno anche scritto una canzone su questo, no?
  • [Su Pete Sampras nel 1993] Non si dovrebbe classificare numero 1 chi sembra semplicemente dondolarsi a un albero.
  • Non so se per Steffi sono io il miglior giocatore del mondo, devo chiederglielo. Di certo ho imparato molto da lei, come imparo da tutti. Steffi e io siamo simili e complementari: come me ha dedizione assoluta, capacità di concentrazione, passione e velocità, e finalmente mi calma, mi dà stabilità e forza.
  • Odiavo l'academy di Bollettieri. L'unico modo che avevo per fuggirne era avere successo. E diventò il mio obiettivo: far bene per poter scappare!
  • Per veder giocare Fabrice il prezzo del biglietto non è ancora stato stabilito.
  • Quando in un torneo c'è Pete [Sampras] per vincere so che devo batterlo, al primo turno o in finale fa lo stesso.
  • [Sul ritiro di Sampras] Quando sei in ballo con le stesse persone dall'inizio ti aspetti di andartene con loro. Quando invece se ne vanno senza aspettarti ti lasciano l'amaro in bocca. È una pessima sensazione!
  • [Sulla medaglia d'oro alle Olimpiadi di Atlanta 1996] Questo è il più grande successo che io abbia mai ottenuto. Vincere uno Slam è la cosa più grande nel nostro sport, ma vincere una Olimpiade è la cosa più grande che puoi fare in tutti gli sport.
  • [Durante la conferenza stampa a Wimbledon 2006] Questo sarà il mio ultimo Wimbledon e gli US Open saranno il mio ultimo torneo. Lo voglio dire qui perché è qui che tutto ha avuto inizio. Sono cresciuto sotto i riflettori e ho appreso tante lezioni, alcune molto dure. Una di queste è stata l'aver imparato a rispettare il torneo più importante nel nostro sport.
  • Questo sport affascina anche per questo: hai la potenza di Safin e Philippoussis, hai la velocità di Hewitt, Grosjean e Clement, insomma, hai tutto. E sempre nella sua massima espressione: perché tutti cercano continuamente di migliorare le proprie caratteristiche. Un'altra cosa bellissima è che devi essere ben coordinato in tutt'e due le parti del corpo, che cambia tutto da superficie a superficie, che devi conoscere pazienza e coraggio.
  • Roy [Emerson] in campo era instancabile, sempre in perfetta forma e pronto alla gara.
  • [Rispondendo alla domanda sui cinque migliori di sempre] Sampras, Sampras, Sampras, Sampras... e Sampras.
  • [Su Wimbledon] Sono un po' triste. Questo torneo mi ha dato così tanto. È un peccato che io non abbia cominciato a rispettarlo prima.
  • Spero di non arrivare mai al punto di pensare che alcune migliaia di dollari, in fondo, non sono poi molti soldi.
  • Ho una missione e il tennis è il mezzo che mi ha permesso di perseguirla.
  • Alzo lo sguardo. Sono disteso sul pavimento accanto al letto. Adesso ricordo. Sono passato dal letto al pavimento nel cuore della notte. Lo faccio quasi tutte le notti. Giova alla mia schiena. Troppe ore su un materasso morbido sono un'agonia. Conto fino a tre, poi inizio a tirarmi su: un processo lungo e difficile. Con un colpo di tosse e un mugolio rotolo sul fianco, poi mi raggomitolo in posizione fetale, infine mi giro a pancia sotto. Adesso rimango in attesa che il sangue inizi a circolare.
  • I miei colleghi, come pure ogni storico o esperto di tennis che si rispetti, concorda che Laver era il migliore, il re, perché li ha vinti tutti e quattro. Non solo, li ha vinti tutti nello stesso anno – per ben due volte. È vero, a quel tempo le superfici erano solo due, erba e terra, ma ciò nonostante è divino. È inimitabile.
  • [Riferito ai suoi problemi con la droga] Il mio nome, la mia carriera, adesso tutto è in gioco, a un tavolo dei dadi dove nessuno vince. Tutto ciò che ho conquistato, tutto ciò per cui ho lavorato, potrebbe presto non significare più nulla.
  • [Su Roger Federer] È cresciuto sotto i miei occhi, diventando uno dei più grandi tennisti di tutti i tempi. Si porta metodicamente in vantaggio, due set a uno, e io non posso che farmi indietro e ammirare le sue immense capacità, la sua magnifica compostezza. È il tennista più regale che abbia mai visto.
  • Vado a Montreal e mi faccio strada con le unghie e con i denti sino alla finale contro un ragazzino spagnolo di cui tutti parlano. Rafael Nadal. Non riesco a batterlo. Non lo capisco. Non ho mai visto nessuno muoversi in quel modo su un campo da tennis.
  • [Su Rafael Nadal] È un bruto, un mostro, una forza della natura, il tennista più forte e mobile che abbia mai visto.
  • Non posso che ammirare Connors per il fatto di rimanere se stesso, immutabile, senza mai cambiare. Dovremmo essere tutti altrettanto fedeli a noi stessi, altrettanto coerenti.

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