giovedì 10 novembre 2011

Aforismi Edith Wharton

Edith Wharton (New York, 24 gennaio 1862 – Saint-Brice-sous-Forêt, 11 agosto 1937) è stata una scrittrice statunitense.



Sotto le frasi famose di Edith Wharton:




  • La felicità è un'opera d'arte. Trattatela con cura.

  • Ci sono due modi di diffondere luce: essere la candela oppure essere lo specchio che la riflette.




  • I puri di cuore sono benedetti perché hanno tante più cose di cui parlare.

  • Il mattino seguente il sole sorse su un mondo nuovo. Oddo doveva partire allo spuntar del giorno e l'alba lo sorprese alla finestra, mentre col pensiero la vedeva dispiegarsi e tuttavia non ancora del tutto visibile nell'estremo barlume delle stelle.

  • L'unico vantaggio di invecchiare è che si impara a distinguere quello che conta da quello che non conta.

  • L'illusione di poter coltivare un'amicizia era svanita e la scena avvenuta al molo, in tutta la sua meschina volgarità, aveva gettato una luce di verità sul suo attimo di follia. Le pareva che le parole del suo tutore avessero messo a nudo di fronte alla folla ghignante i segreti tormenti della sua coscienza.

  • Il caldo si era fatto soffocante... Charity lo sentiva calare su di sé in ondate avvampanti, finché il mare dei volti in sala cominciò a danzare davanti ai suoi occhi come le immagini proiettate sullo schermo, in quel cinema di Nettleton. Per un attimo il viso del signor Royall spiccò nella confusione generale. L'uomo aveva ripreso il suo posto davanti all'armonium e la fissava con una tale intensità da darle l'impressione che quello sguardo fosse riuscito a penetrare fino al centro delle sue sensazioni confuse...

  • Le buttò indietro la testa per mettere in risalto la curva del collo e prese a baciarla sotto l'orecchio, sui capelli, sugli occhi e sulle labbra. La ragazza gli si aggrappò disperatamente e, mentre Harney l'attirava sulle ginocchia, ebbe la sensazione di essere risucchiata insieme a lui in un abisso senza fondo.

  • Stammi bene a sentire. Quel che mi preme è sei vuoi sposarmi. Il resto non mi interessa. Arrivato alla mia età, un uomo sa distinguere quello che conta da quello che non conta; è l'unico vantaggio di invecchiare.

  • Mentre ogni altro pensiero si faceva sempre più confuso e irreale fino a ridursi a quell'incerto baluginio che assume il mondo per chi ci vede poco, la presenza del signor Royall prese a stagliarsi su quello sfondo indistinto con la salda robustezza di una roccia. Aveva sempre pensato a lui, come a un essere odioso che le intralciava il cammino, ma che poteva sconfiggere e domare, a suo piacimento. Solo una volta, il giorno della cerimonia, mentre i frammenti sparsi del suo discorso fluttuavano nella sua mente sconvolta, aveva intuito la presenza di un altro essere, un essere assai diverso dal nemico ottuso con cui divideva la sua vita, che, oltre la nebbia infuocata dei suoi sogni, si stagliava innanzi a lei con sorprendente precisione. Allora per un attimo le sue parole e il tono con cui le aveva pronunciate le avevano fatto intuire perché l'avesse sempre giudicato un uomo solitario. Ma ben presto la nebbia del sogno l'aveva nascosto di nuovo, facendole dimenticare quella fuggevole impressione.
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